Col senno di poi, lo dico spesso: “Mai più”.
Mai più alle feste a sorpresa, mai più sigarette, mai più un sacco di roba.
E serve a nulla dirlo, perché tornano o te le fanno tornare.
Una stretta di mano dice tanto, anticipa se non la personalità lo stato d’animo della persona. Ecco perché, sia pur che abbia il morale a terra o sia stanca, oppure arrivo a fine giornata a conoscere persone, che m’impongo di schiacciare per bene la mia stretta.
Perché ho sempre l’esigenza di tenere distanti le persone, dare un altolà insomma.
Dico bugie, a valanga. Non grosse, non gravi ma le dico. Sistema per mascherare una verità, perché mi scoccia rispondere “No non c’ho voglia” e quindi dico “no, non c’ho tempo”.
Devo, no non devo. Ma potrei riscuotere crediti e favori: non lo faccio, aspetto che il momento mi sia sempre più propizio per farlo. Non mi va di sprecare opportunità.
Sono ingombrante, non solo fisicamente. E non è colpa mia, sbagliano le persone a sottovalutarmi. Anche se sbagliano a metà, il resto è merito mio.
Ma la sentite voi la Primavera? Quella che ti risveglia l’ormone, quella che ti fa venire voglia di mollare carta e penna e uscire a viverle le cose che stai scrivendo? Ecco.
Settimana scorsa mi sono ritagliata un pomeriggio al lago. Ne avevo bisogno, è stato bello, è stato molto. Sdraiata sul pontile, vestita, col sole che mi scaldava, il silenzio, l’asso di denari che non batte la mia briscola di cuori.
Sono giornate così, snocciolate una appresso l’altra, a volte senza il confine di mezzanotte, mi trascinano ad una data che mi son data. C’è paura, timore, ansia ma tanta voglia di passarla.
Ho voglia di un viaggio, non lungo, ma largo. Ho sentito pochi giorni fa una voce lontana chilometri, ma sempre così vicina. Il tutto si azzera facilmente, basta prendere in mano il telefono e tutto torna, io al passato come se ieri fosse adesso. E’ stato bello: contare gli anni che mancavano e vedere che non contano.
PS: so che posso sempre dare il meglio di me, nel non farmi capire. E’ che non posso.
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LaP