E che sia bravo

Non scrivo per me o su di me. Parlo di lei che non riesce mai a dire quello che prova, perché quando lo fa ogni cosa viene mistificata da chi l’ascolta.
Oggi l’ho guardata con quell’attenzione che poche volte le ho concesso. Vedo il suo viso, il sorriso che accende quando parla. Ma poi tutto si spegne quando crede di non essere vista.
Fa la parte della cazzuta e della forte. L’ombra scura dello sguardo che assottiglia l’occhio.

E ci eravamo lasciate col tipo che le diceva ‘noi due’, ‘stiamo bene insieme’, ‘compagni’. Ora siamo a ‘sei malata di mente, fatti curare e vedi di dire allo psicologo che vuoi capire solo quello che vuoi’. Ma questo è solo l’epilogo: prima ci sono i fatti.

Quello che vuole lei, me lo ha detto. Insomma ci ha provato: vuole essere considerata.

Rewind, vediamo i fatti (cercando di essere imparziali)

Mi racconta che stavano seduti di fronte a due pizze. Lui mangia, lei con la forchetta sposta la mozzarella. Il mutismo pesa sulle portate. Non si parlano perché lei ha protestato. Lamenta che sono in viaggio e già lui pensa al domani, ‘tornare a casa prestino’ le fa. ‘Perché?’ chiede lei e continua ‘ti devi vedere con gli amici?. ‘Sì’ risponde lui. Quindi lei vede il giorno successivo (l’ultimo del viaggio fatto assieme) smozzicato a riportarla a casa che poi deve correre dagli amici.

A vederla così sembra nulla. Ma lei sente delusione, amarezza.
Si alzano dal tavolo della pizzeria. S’incamminano: lei avanti verso la strada dell’albergo, lui dietro. Giunto all’angolo le dice: ‘se hai problemi non so cosa farci’ e prende un’altra strada. Lei va in albergo, sale in stanza. Poco dopo arriva anche lui e parte la discussione. Con lui che reclama la sua libertà, con lei che recrimina del venire ‘sempre dopo’. Le solite discussioni, insomma. Poi lui ‘mi ha rovinato il we, sei malata di mente, fatti curare’.

Lei che sente dentro qualcosa che davvero la fa impazzire. Dopo tre anni passati con lui, coi suoi tempi, coi sui impegni, lei è la malata di mente. Dentro le si spezza qualcosa: in quella stanza con lui non ci vuole più stare. Si veste e vuole andarsene. E’ l’una di notte. Lui che dice ‘se vai via tu, vado via anche io’. Lei vuole stare da sola, non con lui. Lui alza la voce, lei pure. Lui le dice di restare e che ad andarsene sarà lui. Ma lei è già sulla porta della stanza, la apre, sta uscendo e sulla schiena sente arrivare una botta dura: è la mano di lui, pesante e violenta. Lei si trova fuori, sul marciapiede e cerca la stazione con un treno che partirtà solo la mattina dopo.

Che la mia amica abbia bisogno di un supporto è indubbio: per ricomporre tre anni di vita spezzati dall’ego di lui.

9 pensieri riguardo “E che sia bravo

  1. Partiamo dal fondo: a quello bisogna metterlo sotto con la macchina. Poi ingranare la retro e controllare. Niente di drammatico, basta anche solo camminargli sugli stinchi.

    Per il resto, è un po’ un problema di tutti. Lei che vuole considerazione e lui che vuole libertà. Lei “io sono sempre dopo le tue faccende” lui “lasciami respirare”.
    Sarebbe tutto normale, roba che si risolve con i soliti compromessi, magari qualche faccia di circostanza alla domandona “sei felice con me, amore? ” “si, amore mio”.
    Succede a tutti. Tirare avanti è possibile.
    Così come pure finirla e arrivederci e grazie.
    “Ama in modo che la persona amata si senta libera”. Io applico questa massima, anche se il risultato è che mi sento dire che sono “tiepido”. Avrei dovuto ribattere “si ma il fuoco bisogna pur accenderlo, far scoccare la scintilla”. Invece mi sono morso la lingua, per quieto vivere (o sopravvivere).

    A volte qualche parola di troppo scappa.
    Ma le mani… quelle mai. Chi alza le mani non merita rispetto, merita solo di pagarla molto, molto, molto cara.

    Piace a 1 persona

    1. Ho letto tutto quello che hai scritto, scorrendo le tue parole e trovandole anche mie.
      Unico intoppo, se così posso definirlo, sul ‘tiepido’. Li mi sono soffermata nel leggere e poi ho ripreso ma, nella mia testolina, continuava a frullare quella parola.
      Tiepido. Credo che un giorno apprezzerò chi dimostrerà questa caratteristica.
      Ora, nonostante l’età, sono ancora nella fase che ci metto molto di me nelle cose e nelle persone. Ma imparerò a non farlo troppo

      "Mi piace"

  2. Intendiamoci, a me ha dato del tiepido perché non dimostro gelosia.
    La gelosia è distruttiva, ne ho ricordi così traumatici che da parte mia l’ho soppressa.
    Per quel poco che ti conosco, la tua bellezza (intendo oltre quella – già notevole – esteriore) sta proprio in quel metterci tutto, o comunque molto, di te stessa.
    Io non vorrei un briciolo di meno, anche se significasse prendere un sacco di botte 😉
    Spero, quindi, che tu non impari mai. Piuttosto mi auguro che siano gli altri ad imparare.

    "Mi piace"

    1. Echecazzo, anche i complimenti (grazie).
      Come fai a tenere a bada un temperamento geloso? Ci vuole molta autodeterminazione a cambiare un proprio atteggiamento (non mi riferisco solo alla gelosia eh), oppure ti è passato l’interesse per l’altra?
      Io sono schematica: nel senso non mi va di essere perculata fintanto che una persona si approccia a me. Non l’ha mica ordinato il dottore di frequentarsi, ma visto che lo si fa vojo sto benedetto rispetto.
      Tutto sto giro di parole che non provo gelosia, forse perché non butto mai il sentimento oltre l’ostacolo. Provo nervosismo quando sento che mi si vuole prendere in giro
      Basta, mi sono dilungata e credo di essere andata fuori tema

      "Mi piace"

  3. Auao! Una risposta quasi immediata! Potrebbe prendermi un coccolone 😉

    Ho smesso di essere geloso da quando ho capito che bisogna essere sempre in due. Se da una parte, o dall’altra, finisce o si affievolisce, il problema è di chi continua, non di chi lascia.
    Niente possesso, insomma. Solo partecipazione. Non è che sia passato l’interesse, insomma. E’ che non voglio dimostrare interesse facendo scenate di gelosia.

    Per quanto riguarda te, visto sempre da qui, da tale distanza e senza conoscenze dirette, direi che il perculamento che dici di ricevere sia una sorta di difesa. Tu, come le altre due amiche, fai parte del novero delle donne importanti. Incutete un timore reverenziale che suscita insicurezza nei maschietti. Vi si vuole, ma poi si realizza che (a scelta): “oddio ‘gna posso fà… jela farò?… non sono abbastanza per lei…”.
    E allora ecco il tentennare tra il desiderio di stare, e la paura di essere travolti.
    Psicologia spiccia, da enciclopedia a fascicoli.

    Però non demordere, soprattutto non limitarti.
    E smetti de fuma’ 🙂

    "Mi piace"

    1. (Rido) sto leggendoti fumando la sigaretta.
      Quello che stai facendo tu (andare avanti con lei, anche se qualcosa è cambiato) io non sono riuscita a farlo.
      In quanto al ‘vi si vuole ma poi’, da noi si dice “tutti i te voe ma nessun te toe”: ma non è colpa loro, è che boh.. di mio, sono simpatica, sorridente di primo impatto, ma poi esce quella che sono. Anche pesante, nel senso del pretendere e dare rispetto. A volte sembro che attendo il passo falso dall’altra parte per dire “ecco qua, anche questo è un quaquaraquà”

      "Mi piace"

  4. Fai bene a pretendere.
    Dai, beccate ‘sta playlist per i momenti di malinconia (cercateli da te su youtube):
    – Domani è un altro giorno (versione live di Noemi)
    – E poi (versione di Irene Grandi)
    – Camera singola (Franco126)

    "Mi piace"

    1. non arrabbiarti, ma ascolto ‘Stanza singola’ di Franco126 (le altre due magari più avanti).
      Bellissima song, grazie ❤

      "Mi piace"

Lascia un commento