Il Contest cucina, sta progredendo.
Noi due sfidanti stiamo affilando i coltelli, non mancano i colpi bassi (tipo lei che si fa portare la materia prima dal suo capo, direttamente dalla Calabria).
La giuria è stata definita, gli ospiti -che assaggeranno comunque i nostri piatti- sono stati puntigliosamente selezionati.
Alla sfida, una giurata, ha aggiunto una difficoltà: entrambe le sfidanti devono sottostare ad un budget fisso e uguale (con presentazione dello scontrino fiscale a dimostrazione della nostra regolarità).
E fin qua tutto occhei. Il problema mi si è posto quando è stato specificato che nel monte spesa, deve rientrarci pure il beveraggio.
Ora, o accompagno il mio piatto con bottiglia d’acqua, comprata al Prix, perché se mi metto a prendere il vino, dovrò presentarmi alla gara con un piatto di riso in bianco, bollito, guarnito di giro olio (di semi, che l’extra oliva mi fa sforare il budget).
Fa nulla, qualcosa mi invento, coi 10 € che ho a disposizione.
Mi do già per perdente, lo so: perché di fondo sta cosa la faccio solo per il cazzeggio che questa giornata mi porterà. Tutto qua. A me del cibo, interessa fino a un certo punto. Pollice sù per la compagnia e per bere qualcosa assieme.
Tornando a cose più serie. Mi va un po’ stretta la vita, eppure cascasse il mondo, la mattina parto sempre con l’anima cazzara, sorriso in faccia, per arrivare alla sera, smunta e dire “anche oggi ce l’ho fatta”.
Perché dovrà arrivare quel giorno, che c’arrivo col sorriso serale.
Se potessi esprimere un desiderio, vorrei che domani fosse già il 7 gennaio.