“Sbagliatevi pure a prendermi per il culo, specialmente con le lancette dell’orologio”
Spunto 1) Arrivo in anticipo all’appuntamento. È una mia prerogativa: mai tardare. Solo che il tipo, compiaciuto anche, mi dice che “sei moooolto in anticipo”.
Lo guardo, penso che ha una faccia come il culo, lo ascolto mentre continua a ribadire che io ho sbagliato l’orario.
Avrà anche ragione, e chi mai sa dove sta la ragione, ma mi girano le balle.
Perché io ho sempre fretta, non di fare le cose, ma di vivere. E lui mi sta impedendo di farlo.
C’è poco da fare. Il lavoro non nobilita più l’uomo, manco la donna, ma va rispettato.
Spunto 2) Non c’entra nulla col discorso di prima, ma in sti giorni ho la sensazione che mi sia stata messa un’etichetta in fronte.
Ma faccio anche un applauso a queste persone che, senza prendere la briga di chiedere, hanno già deciso per me: chi sono, come penso e via dicendo.
Non riesco a capirlo io, per me stessa, lo fanno gli altri. Fatica risparmiata, faccio un applauso.
Spunto 3) Dormo poco e mi basta. Mi dimentico di fare la spesa, favorisco gli introiti di rosticcerie e compagnia bella. Leggo, non al mio solito: meno di quello che vorrei, ma sento sfuggire quel bisogno di non pensare, calandomi in frasi altrui.
Spunto 4) Pochi giorni fa ho passato una sera a mangiare nervoso. Quando mi capita, i rimedi sono due: pulire il bagno, strofinando piastrella per piastrella, oppure sistemare gli armadi. La scelta è cascata sugli armadi: via via un bel po’ di roba. Ora posso vestirmi come fosse estate, tette fuori e cervello dentro.
Spunto 5) Non sopporto i complimenti. Mi sembrano sempre falsi, volano di fini altrui. Non capisco, poi, la smania di certezza.
Spunto 6) C’è una finestrella lassù, nel cielo di ciascuno. Sempre chiusa, mai che passi aria, mai che si fiondi un uccello per sbaglio. Per sbattere impazzito le sue ali, nella mia camera, sfiorando la mia gabbia, mentre io lo osservo distesa sul letto.
foto di Petite Luxuries