Slave

Avere sedici anni e pensare ai quaranta, mi dava sensazione di infinito.
Eppure sono volati, tra un matrimonio, un figlio, un lavoro e tante tante altre cose che, per mia natura, menziono ai soliti pochi.
Cosa mi ha formato di più? Tutto.
E col tutto do grandissima importanza a quelle cose vissute e mai dette.

Sono le varianti di una vita ordinaria che caratterizzano una persona: mai e poi mai ho creduto all’immagine che gli altri mi hanno venduto di se stessi. Ho sempre sondato, cercando il loro vero nucleo, se nel caso le persone destavano una curiosità particolare in me.
E ho appreso da queste mie personali ricerche, imparato a prevenire atteggiamenti e comportamenti, lasciando loro credere che mi stavo bevendo la loro personalità di facciata.

Ha portato risvolti? Ovvio che sì, non sempre piacevoli.
Perché chi va con lo zoppo impara a zoppicare, no? Però quanto è bella l’umanità tutta?
Cosa sarebbe l’umanità, ora, senza le esperienze altrui passate?
Non avremmo avuto evoluzione, non avremmo avuto cultura. Non avremmo avuto quello che noi siamo, tra pregi e difetti.

Quindi, è valido sacrificare le energie dei pochi per il bene dei molti?
Maggior parte risponderanno di sì, io pure ho risposto così.
Quindi è giustificabile la società schiavista, con l’impiego a sfruttamento di persone ridotte alla disumanizzazione, per contribuire all’accrescimento della società tutta?
No.
Però mi dà da pensare questo ciclico pensiero: la spinta ,che ha avuto la storia dell’umanità, contribuita dall’annientamento, fisico e psichico, di persone.
Uomini, donne e bambini considerati uno zero, che producevano il mille.

Così abituati ad associare il termine di schiavitù alla manodopera persa e dispersa tra le piantagione di cotone e tabacco, ovvero come bestie da soma a trainare le pietre che resero magnifico l’Egitto (seppure i greci abbiamo calcato la mano nel riportarci le notizie).

Ma la schiavitù non è finita: è implicita nell’evoluzione, no?
Sono cambiati gli scenari, ma non sono cambiati i modi: un ricco traffico si snoda tra le strade del sesso, bambini e donne offerti come merce, in un’obbligazione che mai avevano cercato. Che in pochi riscatteranno.

Torno ai miei sedici anni, dopo tutto mi sembrava tremendamente facile, nel mio ordinario quotidiano. Dove la costrizione più grande, dei grandi, era “zitta, vedi di non dare fastidio”.
La costrizione più grande, ora da quarantenne, è dire a un sedicenne “scappa da questo mondo”.
Ma sono, seppur in piccolissima parte, pure io responsabile del mondo che stiamo offrendo ai nostri giovani.
Credevo fortemente che l’appartenenza sociale, fosse un vanto, un senso di libertà.
Ci ho sperato, molto, con andamento calante man mano che diventavo adulta.
L’affanno dei miei tempi andati, non ha ammorbidito la gente, perché le persone non hanno tempo. Tutto corre veloce, in giri pazzi, come quelli impressi ad una pallina da flipper.

Il gioco del potente e del sottomesso, non avrà mai fine.
E la felicità di una persona, per il suo status da slave, la concepisco solamente se praticata tra le lenzuola. Al di fuori di esse no.

 

modern-slavery-article

Try and rebuild it

Il bello di scrivere qua è che cestino bozze a manetta. Ovvero scrivo per me stessa, lascio lì un paio di giorni, torno a leggere e penso “che cretinata ho scritto?”.

E’ un guazzabuglio di pensieri (ultimamente) e di emozioni e di esperienze. E’ che vorrei tanto far la sciantosa, magari un po’ riesce, ma metterlo nero su bianco spengo ogni luce di ribalta.

Tant’è.

Unico evento che spicca in questa mia vita monotona è di stamane: stavo al bar, mangiando (molto) felicemente la brioche con la marmellata, chiacchierando col gestore su quali banche siano più o meno affidabili al momento, quando entra un ragazzo, alto alto, carino carino, ma quello che più aveva di bello era lo sguardo, sorridente e scuro, da buono (oltre che figo) insomma.

Il ragazzo chiede alla barista se ha una brioche col cioccolato, la tipa risponde di no e morta lì.

Rewind

Ieri ero sempre (casualmente) in questo bar, c’era il loro fornitore che stava compilando l’ordine… allungando l’occhio vedo  “brioche ai tre cioccolati”… chiesi al fornitore se questa era stata ordinata, lui “no”.
Al suo no ho guardato il gestore, lui ha sbuffato, s’è rivolto al fornitore e gli ha detto “mettimela in ordine”, poi guardando me “che così venerdì le trovi, contenta?”.

Play

Così, stamane, quando la barista ha risposto di no al ragazzo, lasciando morire il discorso, ho abbandonato per un attimo le chiacchiere col gestore, mi sono rivolta al ragazzo e gli ho detto “ma se torni domani, trovi la brioche ai tre cioccolati”, lui ha sorriso (stile facciamo i sereni con le pazze) e m’ha garantito che domani torna.

La vita, a volte, mi relega momenti di marchette e macchiette, in modo alternato: colazione pagata e complimenti del gestore per il marketing da quattro soldi che ho fatto.

Lo so, dovrei imparare a contare fino a 100, prima di abbordare le persone, ma confido nella loro comprensione verso il genere umano. E poi, diciamocelo, per me (in quanto donna) è difficile farmici mandare a quel paese dagli sconosciuti.

Visto? Scrivo cretinate!

Ma posslargeo garantire che la mia testa voleva esplodere pensieri sui temi attuali, che riassumo brevemente:
utero in affitto? NO, sì occhei, io sono madre, ho partorito, ho coccolato per circa nove mesi sto fagiolo dentro di me. Eppure NO, per alcuna convinzione religiosa, ma per accettazione d’un limite naturale. Se non avessi potuto, non avrei spinto la mia natura.
unioni civili? SI, non capendo l’ottusità che ancora ci impantana nel 2016.
figli alle coppie dello stesso sesso (scrivo politicamente corretta)? SI, ma non tramite la PMA (e questo anche per le coppie etero), per il discorso che ho espresso prima. Sì occhei, le strade per l’adozione sono un labirinto, che talune volte portano a drammi, a inconclusioni. Ma, a volte, sono le battaglie, il sale della nostra vita.
sanremo2016… 250.000 € per la Pausini (scusate, ma da dieci anni a sta parte non la reggo proprio, musicalmente parlando)e 300.000 € per lo scaccolone britannico (per carità bravissimo emozionantissimo) e 500.000 € per Conti (di nome e di fatto) e bla bla e poi a luglio devo pagare il canone rai.. bah.