8 marzo: lezioni di vita da un adolescente a una adulta

 

Perché poi sti adolescenti si mettano in cattedra su tematiche che dovrebbero vedere me adulta quale depositaria dell’unica vera perla di saggezza, ancora non l’ho capito.
O ero io torda quando avevo la loro età, o sono più cinici di quello che si vuol pensare (questi adolescenti).
Quindi oggi mi son sorbita il chiacchiericcio un po’ stanco di due sedicenni e un diciottenne, tutti e tre maschi, che hanno paraculato alla grande la festa dell’8 marzo, mentre dalle loro bocche a forma di O uscivano frasi di masticate su come la donna (o parte di questa metà del cielo) festeggerà questa giornata , immaginandola a gozzovigliare tra corpi maschili, scivolosi d’olio, mentre con le  dita traccia infinite strade da un capezzolo all’altro (dell’uomo).
Piccoli uomini crescono nel giusto pensiero?
Anche sì, se effettivamente porteranno avanti la loro causa morale fin all’ipotetico giorno del loro addio al celibato, dove ne usciranno con l’ormone carico e il portafoglio vuoto.
Ma non hanno saputo dirmi granché su questo 8 marzo, ovvero mi hanno ribadito la causa di cui pure i muri sono maestri, ma delle battaglie sociali ed economiche che ne sono conseguite  mi hanno riferito gran poco.
E la colpa è imputabile anche a me, madre lavoratrice, se non ho instillato nella testolina del 16nne che gira per casa la curiosità a capire perché ogni anno si celebra l’8 marzo: pensavo che il mio esempio fattivo bastasse, ma giustamente come fanno loro a capire (figli del nuovo millennio) cosa come quanto è cambiata la situazione della donna?

Perché spesso e volentieri non l’ho capito nemmeno io. Perché ancora oggi, nel 2016, alla donna non viene riconosciuto il medesimo trattamento economico dell’uomo nel campo del lavoro. O le medesime  opportunità lavorative. O il fatto che se una donna ce l’abbia fatta sia grazie ad un sotterfugio sessuale.
E poi ti chiedi come mai quando certe donne arrivano all’apice del potere siano più carogne dei loro pari maschili.

Se potessi contare quanti mazzetti di mimosa ho racimolato nel corso della mia vita: pochi! E si vede che non ispiravano sessualmente (perché quando andavo alle medie i ragazzini davano sti fiori solo alle ragazze più carine) oppure oppure (rullo di tamburi) l’uomo ha capito fin da subito che era inutile illudere la donna sulle proprie capacità personali.
La donna lo sa da sola cosa e quanto può. Come ogni e qualsiasi essere umano di questa terra.

Però seppur c’è una grossa e ampia fetta del parterre femminile che dice “No, io la mimosa no”, l’8 marzo caccherà il cazzo ad un numero spropositato di amiche con messaggini, pannocchie gialle omni comprese, “tanti auguri donna magnifica” o roba del genere.
L’8 marzo, se mi volete fare un piacere, fatemi un bonifico, che c’ho figlio da mantenere e bollette da pagare.
E questo vale anche per i restanti giorni dell’anno.

mimose

6 pensieri riguardo “8 marzo: lezioni di vita da un adolescente a una adulta

    1. hai sintetizzato alla perfezione 🙂

      ma è pur vero che è ammesso e concesso che ciascuna abbia il diritto di vivere la propria libertà sessuale no? mi si svendono se aspettano di farlo nella serata d’un giorno che dovrebbe essere stimolo a ricordare come e quanta è costata la lotta per essere libere oggi 😉

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  1. mah, secondo me oggi l’8 marzo da 0 a 100 vale 4,5. la donna in realtà sul lavoro vale quanto l’uomo e guadagna quasi quanto l’uomo (se non è così sono retaggi del passato, ma se un ragazzino entra – a fatica – nel mondo del lavoro guadagna quanto la ragazzina, cioè un cazzo). se passi in avanti sono stati fatti sono stati in peggio, cioè sul lavoro siamo messi mica tanto bene, uomini e donne. ah si, se una donna rimane incinta rimane al palo, le bloccano la carriera, la mobbizzano….. e per forza, già cara grazie che le tengono il posto…. ma perché se un uomo chiede un’aspettativa che vuoi che succeda?

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