Rispetto

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« Invisible Pink Unicorns are beings of great spiritual power. We know this because they are capable of being invisible and pink at the same time. Like all religions, the Faith of the Invisible Pink Unicorns is based upon both logic and faith. We have faith that they are pink; we logically know that they are invisible because we can’t see them. » « Gli invisibili unicorni rosa sono esseri dotati di grande potere spirituale. Questo lo sappiamo perché sono capaci di essere invisibili e rosa allo stesso tempo. Come tutte le religioni, il Credo negli invisibili unicorni rosa è basata sia sulla logica che sulla fede. Crediamo per fede che siano rosa; per logica sappiamo che sono invisibili, perché non possiamo vederli. »
(Steve Eley)

 

Stamane mi son trovata, non volendo, a fare quello che non so fare. E ancora mi chiedo cosa nella mia figura, nel mio viso, stimoli la gente a confidarsi con me.

Giovane ragazza (27 anni), bella presenza, bionda, due splendidi occhi azzurri (che se fossi un uomo mi ci perderei seduta stante).  Il suo problema nasce e muore nel suo rapporto col suo datore di lavoro, che io conosco in maniera superficiale, da qualche anno, frutto di un rapporto clientelare, che col tempo si è evoluto, in una timida conoscenza, scandita da piccole (sue di lui) confidenze. Che il più delle volte, nel mio intimo, ho reputate sincere quanto un bacio di Giuda.

In sintesi, lei lamentava delle troppe pretese, ingiustificate, di lui, nei suoi confronti, a beneficio delle sue colleghe, che scampano (sempre in maniera ingiustificata a detta di lei) questi cazziatoni lavorativi.

Sono stata sui sette minuti, a braccia conserte, ad ascoltarla, molto attentamente, usando quella pratica che non spesso uso con le persone, guardandola fissa negli occhi (davvero troppo splendidi), finché li ho visti umidi.

Ho fatto una cosa che non uso fare con le persone estranee, ho allungato un braccio e le ho posato la mano sul braccio, indecisa se darle un pizzicotto o una carezza. Ho fatto un mix.

Mi nasce l’imbarazzo quando raccolgo queste parentesi non chiuse delle vite altrui. Non sai che dire. Anzi, mi sorge la voglia impellente di allontanarmi dalle persone. Perché la debolezza mi fa paura.

Non potevo dirle “guarda che il tuo capo è un gran cazzaro, l’uomo dalle mille maschere, che tira i fili tra voi dipendenti, a suo uso e consumo”. Non mi andava di dirle “mai pensato di mandarlo fanculo, in maniera ironica, ogni tot?”. E di certo non potevo aggiungere “il cosa lui pensa e dica di te, ha valore fino a un certo punto, prevale su tutto e su tutti, cosa tu pensi di te”.  Avrei anche potuto aggiungere “la misura la fa il portafoglio, nel bene o nel male. Decidere quale bene e quale male vuoi, spetta a te.”

Perché se io non avessi detto quello che potevo dirle, allora sì, il rosa è il colore che predomina nella mia vita.

 

15 pensieri riguardo “Rispetto

    1. Sì, temo (rasente l’ansia), la debolezza.
      Non concepisco la giornata scandita nel tremore, ovvero così fosse mi troverei impreparata nel reagire.

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