Tempo fa

Sto seduta in una saletta d’aspetto, entra un signore, né giovane né vecchio, né brutto né bello (diciamo che l’occhio mio curioso s’è spento) ..

lui – “..freschino oggi vero?”

io – ” .. in sto periodo altro non può essere”

lui -“..fa nulla, che si è felici, il resto non conta”

Ecco poteva toccare tutti gli argomenti che m’avrebbe lasciata indifferente, ma sulla felicità ..

lui -“..ma lo sa quando si capisce se si è felici o no?”

io-“..onestamente non lo so, penso dopo, che è esaurita”

lui-“c’è quasi, ma per capire se lei è felice deve andare a ritroso con l’immaginazione”

Lo guardo, sto abbandonando la mia indifferenza e comincio a seguire il suo discorso.

lui-“ecco il punto è questo per capire se lei è felice: immagini ora, con un grande sforzo di fantasia, il momento del suo funerale; immagini la cerimonia, quante persone vi partecipano, se c’è commozione sincera o pura curiosità attorno alla sua bara .. quanta ce n’è?”

io-“..sinceramente non riesco a pensarci”

lui-“faccia uno sforzo. Ora un ulteriore passo indietro e immagini i giorni precedenti, cosa starebbe facendo, dove sarebbe e valuti  se prova soddisfazione in quello che fa o se sente pensieri negativi”

io-“le ripeto, non mi riesce di pensarci”

lui-“faccia un ulteriore passo indietro e provi a immaginare se stessa in un futuro non lontano, circondata da persone. Pensi non a quello che lei prova per queste persone, ma quello che sente di poter ricevere da queste persone. E’ positivo o negativo? Sta bene o sta male?”

io-“sinceramente non sono in grado di risponderle”

lui-“non deve necessariamente rispondere, ma solo sentire quello che prova. Ora con lo stato d’animo che sente ritorni al momento in cui immagina il suo funerale: sarebbe liberatorio oppure no? Sarebbe una grave perdita? Sarebbe un’occasione sprecata?”

io-“scusi, ma che centra tutto sto discorso con la felicità?”

Il dialogo è andato avanti per altri pochi minuti che poi, finalmente, s’è aperta la porta della persona con cui avevo appuntamento e m’ha dato modo di interrompere il tutto.

Ora io non so se quello che m’ha cianciato il signore suddetto abbia un senso oppure no, fatto sta che secondo me la felicità la creo ogni giorno, almeno tento. Cerco di insaporire la mia vita giorno per giorno, consapevole che le mazzate non me le risparmia comunque nessuno, ma pronta a prendere quello che mi fa sentire viva. E lo difendo coi denti.

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11 pensieri riguardo “Tempo fa

  1. Non ho parole sulla felicità… strano…

    posso solo dire di avere avuti degli attimi di felicità intensa, talmente intensa quasi da non respirare, ma appunto attimi, parliamo di secondi e poi… e poi mi son scoperta che non cerco più la felicità.

    Ma non in senso negativo, cerco solo lo star bene, non come rinuncia alla felicità, ma come consapevolezza che quella che chiamiamo felicità forse non lo è.

    Forse diciamo la stessa cosa.

    E meno male che non avevo parole.

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    1. io son convinta che col famoso senno di poi, posso capire se sono stata felice.
      ora?
      come dici te, si prova a fare del meglio.

      non importa l’aver parole, importa essere.

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  2. Ogni giorno, sì. Ci si prova. A vivere pieno, a guardare le cose con gli occhi giusti.
    Poi sarà un po’ misto, alla bellezza si alternerà un po’ di buio. Ma se prima avevamo fatto il pieno, è più facile.
    Solo di una cosa sono certa adesso. Sono io che me la faccio (o creo, come dici tu), la mia felicità.
    Baci moretta bella

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    1. bhe sì, occorre il male per apprezzare il bene, altrimenti come si fa?
      e non disprezzo, anzi, i miei momenti tristi: sono fasi della vita che maggiormente educano e/o fortificano.
      da lì, la spinta a cercare il meglio.

      baci anima bella

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  3. Se fossimo felici, chi cercherebbe più la felicità?

    p.s. a me se uno me facesse un discorso simile, avrei difficoltà a ricordamme cosa avesse detto dopo 5 minuti. Te ce scrivi pure un post… Ma l’hai registrato?

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    1. Ovvio che non lo avevo registrato, ma seppure a scriverlo c’ho messo più tempo, ti assicuro che il dialogo è stato brevissimo.

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  4. Assorbire un discorso del genere anche se di breve durata certo che mi è sembrato lievemente un argomento simpatico inizialmente, e dopo all’istante ha preso una direzione strana… a volte dipende dall’umore e da quello che capita durante la giornata, ma io non avrei esitato a commentare: che mi dice?.. non ha un senso… Lieto di conoscerla..

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    1. Il senso fo fatica a collocarlo in tante cose che mi accadono nell’arco delle ventiquattr’ore, quindi penso di sì, che dipenda in buona parte da come sta andando la giornata.
      In merito al post, in merito al dialogo, non ero propizia a relazionarmi col mondo, in quel frangente.
      Piacere mio di conoscerti.

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